Secondo Rapporto Sullo Stato Del Capitale Naturale in Italia. Comitato per il Capitale Naturale Technical Report Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma, Italy, 2018.
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[:Executive summary (in Italian)] Il 2017 ha segnato un importante punto di svolta dell'articolato e lungo percorso di sostenibilità del nostro Paese. Nel quadro di riferimento dettato dall'Agenda 2030 dell'ONU sullo Sviluppo Sostenibile e dalla Strategia nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS), l'elaborazione del Primo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia ha consentito di mettere in luce, per la prima volta, al complesso sistema istituzionale il fondamentale ruolo ricoperto dal Capitale Naturale italiano rispetto al sistema socio-economico collettivo del Paese. [\n] '' Dov'è la ricchezza delle Nazioni?'' si chiedeva un rapporto della Banca Mondiale del 2011, nel tentativo di superare l'inadeguatezza del PIL come misura di benessere. Il Comitato per il Capitale Naturale cerca, in relazione ai compiti che gli sono stati assegnati, di rispondere a questa domanda avviando la misurazione del valore fisico e monetario della dotazione di foreste, biodiversità, fiumi, mari, e della totalità di ecosistemi di cui siamo ricchissimi. Tale valore si esplica in benefici di cui usufruiamo tutti i giorni e che provengono dall'insieme di servizi ecosistemici che la natura ci fornisce, ma che spesso non percepiamo e non valutiamo al loro giusto valore. L'obiettivo che il Comitato per il Capitale Naturale persegue è anche quello di rendere visibile a cittadini e policy makers il valore di questi benefici. [\n] Come sottolineato nelle Raccomandazioni del Primo Rapporto, la '' sfida principale'', di un percorso lungo ed appena agli inizi, è quella di elaborare schemi concettuali, raccogliere dati, affinare modelli su una dimensione, quella della misurazione del Capitale Naturale e degli impatti delle politiche su esso. A tal proposito è emersa sempre più forte la necessità di coinvolgere il mondo della ricerca e delle amministrazioni locali. [\n] In questo Secondo Rapporto, importanti progressi sono fatti in termini di arricchimento dei fattori di analisi grazie ad una sempre maggiore sinergia tra esperti della materia, centri di ricerca nazionali ed internazionali, e la pubblica amministrazione. [\n] In questo Rapporto viene ancor più raffinata la valutazione biofisica degli ecosistemi terrestri a livello ecoregionale e regionale, anche con aggiornamenti sullo stato di conservazione di alcuni di essi. Inoltre, il focus sul valore biofisico degli stock di Capitale Naturale nelle ecoregioni marine mette in luce i primi risultati di un progetto sperimentale finalizzato ad un sistema di contabilità ambientale per le Aree Marine Protette italiane. [\n] Vengono approfonditi alcuni dei principali elementi di pressione sugli asset del Capitale Naturale. In particolare, vengono valutati su scala nazionale, ed anche eco-regionale, il consumo di suolo e la frammentazione degli ecosistemi naturali e semi-naturali, che ne mettono a rischio lo stato di conservazione le funzionalità. Inoltre, ampia attenzione è dedicata all'impatto dei cambiamenti climatici sulla capacità degli ecosistemi di continuare a garantire Servizi Ecosistemici, anche attraverso dei focus su criticità ambientali di grande attualità per l'Italia, quali gli incendi e la siccità. [\n] Questo Secondo Rapporto, inoltre, inizia a delineare un percorso metodologico importante in merito all'attribuzione di una misurazione monetaria del flusso di Servizi Ecosistemici prodotti dal nostro Capitale Naturale. Seguendo le Raccomandazioni del Primo Rapporto, si riporta una prima applicazione, del tutto introduttiva e sperimentale, dei sistemi di contabilità economico-ambientale di alcuni Servizi Ecosistemici come l'impollinazione agricola, i servizi ricreativi, la purificazione delle acque, oltre che valutazioni economiche della qualità degli habitat e dell'importante servizio di mitigazione dell'erosione del suolo. I valori monetari ottenuti, seppur frutto di metodologie da perfezionare e di ipotesi da raffinare nei prossimi rapporti, aprono una prospettiva ineludibile circa la straordinaria importanza del Capitale Naturale, anche in cooperazione con altri tipi di capitale come quello Culturale, in merito alla dimensione di quella Ricchezza delle Nazioni di cui si cerca la radice. [\n] Le metodiche rappresentate in questo Rapporto sul tema delle valutazioni ex-ante ed ex-post dell'impatto delle politiche pubbliche, non solo quelle a scopo ambientale, sul Capitale Naturale sono esplorate con crescente dettaglio. Questi schemi di analisi sono presentati anche nell'ottica di aiutare i decisori politici a valutare in fase preliminare gli effetti delle decisioni politiche sul Capitale Naturale, considerato in una dimensione più ampia di benessere e di qualità della vita dei cittadini, con l'obiettivo di valutare il progresso della società non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale. [\n] Il Comitato per il Capitale Naturale, infine, propone nuove raccomandazioni che si pongono come agenda per i prossimi rapporti, che intendono assicurare un contributo significativo alla realizzazione degli obiettivi mondiali tracciati dall'Agenda 2030 per una crescita sostenibile che l'Italia deve continuare a perseguire per le generazioni presenti e future.
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Il 2017 ha segnato un importante punto di svolta dell'articolato e lungo percorso di sostenibilit\`a del nostro Paese. Nel quadro di riferimento dettato dall'Agenda 2030 dell'ONU sullo Sviluppo Sostenibile e dalla Strategia nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS), l'elaborazione del Primo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia ha consentito di mettere in luce, per la prima volta, al complesso sistema istituzionale il fondamentale ruolo ricoperto dal Capitale Naturale italiano rispetto al sistema socio-economico collettivo del Paese.

[\textbackslash n] '' Dov'\`e la ricchezza delle Nazioni?'' si chiedeva un rapporto della Banca Mondiale del 2011, nel tentativo di superare l'inadeguatezza del PIL come misura di benessere. Il Comitato per il Capitale Naturale cerca, in relazione ai compiti che gli sono stati assegnati, di rispondere a questa domanda avviando la misurazione del valore fisico e monetario della dotazione di foreste, biodiversit\`a, fiumi, mari, e della totalit\`a di ecosistemi di cui siamo ricchissimi. Tale valore si esplica in benefici di cui usufruiamo tutti i giorni e che provengono dall'insieme di servizi ecosistemici che la natura ci fornisce, ma che spesso non percepiamo e non valutiamo al loro giusto valore. L'obiettivo che il Comitato per il Capitale Naturale persegue \`e anche quello di rendere visibile a cittadini e policy makers il valore di questi benefici.

[\textbackslash n] Come sottolineato nelle Raccomandazioni del Primo Rapporto, la '' sfida principale'', di un percorso lungo ed appena agli inizi, \`e quella di elaborare schemi concettuali, raccogliere dati, affinare modelli su una dimensione, quella della misurazione del Capitale Naturale e degli impatti delle politiche su esso. A tal proposito \`e emersa sempre pi\`u forte la necessit\`a di coinvolgere il mondo della ricerca e delle amministrazioni locali.

[\textbackslash n] In questo Secondo Rapporto, importanti progressi sono fatti in termini di arricchimento dei fattori di analisi grazie ad una sempre maggiore sinergia tra esperti della materia, centri di ricerca nazionali ed internazionali, e la pubblica amministrazione.

[\textbackslash n] In questo Rapporto viene ancor pi\`u raffinata la valutazione biofisica degli ecosistemi terrestri a livello ecoregionale e regionale, anche con aggiornamenti sullo stato di conservazione di alcuni di essi. Inoltre, il focus sul valore biofisico degli stock di Capitale Naturale nelle ecoregioni marine mette in luce i primi risultati di un progetto sperimentale finalizzato ad un sistema di contabilit\`a ambientale per le Aree Marine Protette italiane.

[\textbackslash n] Vengono approfonditi alcuni dei principali elementi di pressione sugli asset del Capitale Naturale. In particolare, vengono valutati su scala nazionale, ed anche eco-regionale, il consumo di suolo e la frammentazione degli ecosistemi naturali e semi-naturali, che ne mettono a rischio lo stato di conservazione le funzionalit\`a. Inoltre, ampia attenzione \`e dedicata all'impatto dei cambiamenti climatici sulla capacit\`a degli ecosistemi di continuare a garantire Servizi Ecosistemici, anche attraverso dei focus su criticit\`a ambientali di grande attualit\`a per l'Italia, quali gli incendi e la siccit\`a.

[\textbackslash n] Questo Secondo Rapporto, inoltre, inizia a delineare un percorso metodologico importante in merito all'attribuzione di una misurazione monetaria del flusso di Servizi Ecosistemici prodotti dal nostro Capitale Naturale. Seguendo le Raccomandazioni del Primo Rapporto, si riporta una prima applicazione, del tutto introduttiva e sperimentale, dei sistemi di contabilit\`a economico-ambientale di alcuni Servizi Ecosistemici come l'impollinazione agricola, i servizi ricreativi, la purificazione delle acque, oltre che valutazioni economiche della qualit\`a degli habitat e dell'importante servizio di mitigazione dell'erosione del suolo. I valori monetari ottenuti, seppur frutto di metodologie da perfezionare e di ipotesi da raffinare nei prossimi rapporti, aprono una prospettiva ineludibile circa la straordinaria importanza del Capitale Naturale, anche in cooperazione con altri tipi di capitale come quello Culturale, in merito alla dimensione di quella Ricchezza delle Nazioni di cui si cerca la radice.

[\textbackslash n] Le metodiche rappresentate in questo Rapporto sul tema delle valutazioni ex-ante ed ex-post dell'impatto delle politiche pubbliche, non solo quelle a scopo ambientale, sul Capitale Naturale sono esplorate con crescente dettaglio. Questi schemi di analisi sono presentati anche nell'ottica di aiutare i decisori politici a valutare in fase preliminare gli effetti delle decisioni politiche sul Capitale Naturale, considerato in una dimensione pi\`u ampia di benessere e di qualit\`a della vita dei cittadini, con l'obiettivo di valutare il progresso della societ\`a non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale.

[\textbackslash n] Il Comitato per il Capitale Naturale, infine, propone nuove raccomandazioni che si pongono come agenda per i prossimi rapporti, che intendono assicurare un contributo significativo alla realizzazione degli obiettivi mondiali tracciati dall'Agenda 2030 per una crescita sostenibile che l'Italia deve continuare a perseguire per le generazioni presenti e future.},
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