Biondelli e il gergo. Sanga, G. RID, RIVISTA ITALIANA DI DIALETTOLOGIA, 36:177–191, 2012. Paper abstract bibtex Dopo una breve illustrazione della figura di Bernardino Biondelli, intellettuale della cerchia di Cattaneo, linguista aggiornato e per niente “prescientifico”, viene richiamato il suo importante contributo alla dialettologia italiana (Saggio sui dialetti gallo-italici, 1853) e in particolare allo studio dei gerghi (Studii sulle lingue furbesche, 1846). Biondelli coglie la fondamentale unitarietà del gergo, a livello italiano ed europeo, e ne indaga le origini storiche e sociologiche. Suddivide i gerghi in due grandi categorie, in dipendenza dei meccanismi linguistici utilizzati: gerghi “di trastullo”, cioè gerghi meccanici, basati su meccanismi fonetici; e gerghi “figurati”, i gerghi professionali basati su meccanismi semantici (in particolare la metonimia). Tra i gerghi “di trastullo” colloca la lingua dei fiori, gergo rimato delle odalische negli harem, che, lungi dall’essere una bizzarria, si apparenta al rhyming argot o rhyming slang dei ladri e dei carcerati in Inghilterra, America e Australia. Biondelli studia il gergo a fini pratici, per quel fine di utilità sociale della scienza propugnato da Carlo Cattaneo, e per questa ragione insiste sulla sua segretezza a fini illeciti, nel proposito di smascherare questi “astuti linguaggi”.
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